giovedì 11 ottobre 2007

n´dalatando

29 setembro 2007

e così finisce anche settembre e il tempo questa volta vola davvero...

sono rimasta a metà del racconto dei quattro giorni fuori da luanda, purtroppo il cazenga e le ricette della mamma rubano tempo a monitor e tastiera....

ricominciamo dal martedì dopo la due-giorni-di-mare.... sveglia presto in vista di un viaggio verso la provincia angolana. Destinazione N'dalatando, passando per Dondo. Equipaggio: Alberto, Beppe e io.
Prima difficoltà: il traffico per uscire dalla città. Nonostante la partenza alle sei ci blocchiamo in uno dei punti nevralgici dell'ingorgo cittadino dove non importa se tu sei controcorrente rispetto al flusso di pendolari che dalla periferia entrano in città per lavorare stipati dentro questi hiace al limite del vivibile, con una guida indescrivibile e musica da discoteca da far tremare i vetri della mia camera nonostante sia al piano di sopra... perchè le corsie non esistono, le righe a terra tanto meno essendo la strada sterrata o piena di buchi, tutti hanno un po’ fretta, anche i camion che trasportano un sacco di bibite e che a volte decidono di svoltare bloccando completamente il traffico, mentre gli hiace fanno inversione nel mezzo dell’ingorgo e ancora mi chiedo come sia possibile.... sono quasi tentata a comprarne uno.... sembra che si guidino come dei giocattolini...

Usciamo e i miei compagni di viaggio sembrano esaltati perché la strada é in buone condizioni a differenza di un paio di anni fa.... i cinesi lavorano davvero un sacco..... mi raccontavano un dettaglo proprio sui cinesi, la maggior parte, per non dire tutti, gli operai che sono qui in angola sono detenuti in cina a cui é stata data la possibilitá di evitare il carcere andando a lavorare come operai in angola promettendo di non faremai piú ritorno in patria......... e loro cosí si stabiliscono qui e si ricostruiscono una vita..... e mi sorgono due pensieri, il primo é che la globalizzazione davvero non ha freno alcuno, e la seconda é che non so cosa pensare di questo tipo di riabilitazione dei detenuti..... riempiamo l’angola di gente non proprio raccomandabile, o diamo una seconda possibilitá ma lontano da casa..... boh il succo é che non so se mi sembra una cosa buona o no...

Tornando al viaggio, ci dirigiamo verso Dondo passando da Catete, il paesaggio non é assolutamente africano, anche perché per noi l’Africa é tutto un grande deserto.... invece qui sembra l’immaginario che abbiamo del Brasile... una foresta ben piena che non lascia molto alla vista... ogni tanto casette di pali e fango, oppure in mattoni adobe, mattoni d’argilla seccati al sole.... anche qui il mistero di come case fatte di fango possano in qualche modo resistere alle piogge che scendono qui che distruggono strade di asfalto...
Passiamo Catete con un bel mercato lungo la strada dove vendono pomodori, avocado, papaia, cipolle, patate, insomma un po’ di tutto...

Compriamo delle mini banane buonissime per spezzare la fame, e la macchina con quel caldino diventa una bananera....

Mentre andiamo su queste strade piú o meno aggiustate dai cinesi, vedo delle strane cose appese agli alberi, delle gabbiette di rete mezze blu e mezze bianche..... chiedo e Alberto mi racconta che sono trappole per le mosche tze tze ossia la mosca del sonno....
E allora iniziano i racconti tragici, la mosca tze tze. Primo punto: é un animale intelligente. E questo giá fa paura. Il racconto dice che erano in macchina (anni fa quando Alberto é arrivato in Angola lavoravano nella provincia di Malanje quindi solo selva vera, mica come me che rimango comunque cittadina) e una mosca si é affiancata alla macchina volando alla stessa velocitá e quasi guardando dentro.... Punto secondo: si narra che la mosca sia anche bastarda, punti il collo degli esseri umani, dove pungere per lasciare dei bichinhi, animaletti, microbi, virus che finiscono nel midollo spinale e lentamente ti spengono.... malattia del sonno perché si dorme sempre di piú fino a non svegliarsi.... e qui ci sono ospedali dove ci sono solo le persone con questa malattia...che qui pare senza cura.... in realtá non so se ne esista una, né se quello che ho appena raccontato possa essere vero o comunque credibile..
Per questo le trappole hanno quella strana forma, pare che le mosche le confondano per una testa umana, puntino il finto colletto e finiscano in un sacchetto senza uscita dentro questa retina.
Ci siamo anche fermati a cercare di vedere un sacchetto da vicino per vedere se si vedeva la mosca, che pare abbia un corpo lungo e un colore tra il marroncino e l’arancione.

Ovviamente l’ansia da mosca del sonno ci ha fatto viaggiare a finestrino blindato.

Arriviamo a Dondo, cittadina spettacolare, con vestigia coloniali ancora piú che evidenti. Ma completamente in disfacimento... casette basse e colorate, insomma sembrava un angolo di portogallo con la differenza che le strade erano di argilla rossa.
A quel punto decidiamo di fare gasolio... le prime tre pompe di benzina non ne hanno.... ecco altra cosa da considerare possibilmente. Una tanica in macchina non guasta mai. Alla fine ci indicano la pompa centrale, quindi torniamo indietro e becchiamo la cisterna che sta proprio in quel momento rifornendo. Certo a guardare la perizia con cui facevano le cose ti veniva da pensare che dentro quel serbatoio ci potevano essere anche corpi vari...

Perdiamo 40 minuti sulla nostra tabella di marcia per attendere tutte le varie operazioni e ripartiamo. La strada diventa decisamente piú brutta, brecciolino, buchi, pezzi mancanti... insomma velocitá media 30 km/h. Alla fine arriviamo fino a N’dalatando.

Altra cittadina carinissima, certo a ben vedere non c’é molto, ma l’aria che si respira é decisamente diversa da quella di Luanda... tranquillitá silenzio niente smog baretti con tavolini all’aperto dove mangiare un bel panino con prosciutto crudo portoghese.... bah quasi quasi mi viene anche voglia di farmi un po’ di lavoro in provincia.... certo mosca tze tze e bestie varie non sono invitanti peró....

Cerchiamo di incontrare chi dobbiamo incontrare e ovviamente non troviamo nessuno, ma in Angola é normale...

E ripartiamo cosí come siamo arrivati, con un panino nella pancia e la promessa di fermarci al mercato a comprare della verdura che dovrebbe essere meno cara ma che nella realtá non lo é assolutamente....

E arrivando tardi a casa, giusto il tempo di imbrandarsi pronti per un nuovo giorno, un nuovo viaggio, una nuova provincia...