martedì 26 gennaio 2010

Il paziente inglese

"Ti sto aspettando. Quanto è lungo un giorno al buoio o una settimana. Il fuoco è spento ormai ed io sento un freddo orribile, forse dovrei trascinarmi fuori, ma non so se ci sarà il sole. Ho paura che sto sprecando la luce per scrivere queste parole. Moriamo, moriamo, moriamo ricchi di amanti e di tribù, di gusti che abbiamo inghiottito, di corpi che abbiamo penetrato risalendoli come fiumi, di paure in cui ci siamo nascosti. Ma voglio che tutto ciò resti inciso sul mio corpo. Siamo noi i veri paesi non le frontiere tracciate sulle mappe con i nomi di uomini potenti. Lo so che tornerai e mi porterai fuori di qui, nel palazzo dei venti. Non ho mai voluto altro che camminare in un luogo simile con te e con gli amici, una terra senza mappe. La lampada si è spenta e sto scrivendo nell'oscurità"