lunedì 25 giugno 2007

il telefono di casa scarico..

24 junho 2007
ho scoperto che qui anche il telefono fisso va con le schede prepagate e così sono rimasta senza connessione a internet proprio nel weekend!
ieri pomeriggio sono uscita con degli amici del ragazzo con cui dovrei vivere ma che ora è in vacanza. mi hanno portato a mangiare questo bollito di pollo e pesce immerso nel brodo con un pezzo di patata dolce e uno di mandioca cotte dentro. devo dire niente male, anche se era un ciotolone immenso. certo i prezzi non scherzano... un bollito 12 euri.
poi ho passeggiato con loro in questo quartiere, il miramar, che sovrasta il porto di Luanda. Era il quartiere dei ricchi, quello dove una volta le case costavano un occhio della testa e si vede. le strade sono asfaltate, sembra di essere in una città normale. anzi più che normale, uno di quei quartieri per ricchi dell'america latina, con club sportivi, piscine, campi da tennis, parco per i bimbi. tutte le case hanno le guardie fuori e l'acqua corrente dentro.
entriamo in un club che sta organizzando una festa per ricchi, il banco vini e già imbandito e un brulichio di ragazzi pulisce a terra, sistema i tavoli. è il club del tiro al piattello. ci fanno passare dietro la rete di protezione per godere della vista sul porto. peccato che da qui non si veda solo il porto. ecco che, giusto attaccate al quartiere "bello" ritornano le favelas. di nuovo case con tetti di lamiera che hanno strade di fango, bimbi fuori e l'acqua chissà dove.
distese di questo colore marroncino della polvere che nella stagione secca ricopre la città.
Vedo che in un angolo di questa vista sterminata ci sono segni di ruspe. Mi spiegano che quando un ricco decide di farsi una casa, la gente normale che vive questi quartieri sovraffollati, viene fatta sfollare e finisce a sovra-sovraffollare un altro quartiere.
Poi mi mostrano una casa enorme, gigante, è la casa della moglie del presidente attuale. Narra una legenda che ha un tunnel che la collega direttamente alla spiaggia sulla ilha davanti a Luanda.
E così il turbinio di pensieri si fa ancora più intenso. Se già dall'altra parte dell'equatore non riuscivo a darmi pace di come noi pochi fortunati della terra sprecassimo e vivessimo in una profonda e costante indifferenza verso il resto del mondo, popoloso e sofferente spero per o a causa nostra, qui il contrasto è ancora meno gestibile. é un'indifferenza diversa. Le due realtà vivono fianco a fianco, gomito a gomito. Ho sempre trovato molto giusta la definizione che Erri De Luca dà dell'indifferenza che affligge il nostro modo di vivere, prendendo come esempio Don Chisciotte. Siamo indifferenti nel senso che siamo incapaci <>, tra ciò che esiste e ci viene mostrato in televisione e ciò che la televisione crea come fiction. <> <>
Ma qui, qui non è possibile sentirsi spettatori, perchè gli odori sono esagerati, la polvere nei piedi è concreta, gli sguardi di questi bimbi e di queste mamme, il rumore di un caricatore di una pistola..
Questa non può essere indifferenza. Ci deve essere una dose di cattiveria, essere totalmente coscienti di prevaricare sui diritti di base degli esseri umani per farsi costruire una casa con mille stanze vista mare. Avere la piscina o l'irrigazione del giardino quando la grande maggioranza della città non ha neanche l'acqua. silenzio. ci vuole ancora tempo per mettere ordine a questi tasselli.
e poi a casa a piedi. dal quartiere asfaltato si passa a quello in terra, il bairro operario, quello dove vivo io. lo circumnavighiamo con la promessa di attraversare il ghetto la prossima volta, perchè è giusto vedere tutto. ovviamente di giorno e scortata.
e di nuovo le pozze di fango e scoli di rifiuti, chiazze d'olio vicino a un'officina. ma anche un negozietto dove una ragazza fa mille treccine, un baretto dove alcuni ragazzi ballano ridenti e un cancello dietro cui si sentono delle ragazze cantare.
arrivo a casa e approfittando della presenza di questi amici faccio un salto al negozietto qui di fronte a comprare acqua e detersivo per i piatti, e nella panetteria faccio scorta di pane e biscotti.
dopo tutto questo solo il divano. c'era una festa ma ho preferito il buon vecchio divano che piace molto anche a berimbau.
oggi ho lottato con l'odore del frigo e quello del freezer dove ho trovato un sacchetto di insalata marcescente.... altro che maschera antigas. gli scarafaggi vincono ancora, ma in settimana do compito al logista di trovarmi un bel tubo di silicone con pistola e sigillo tutti gli spazi immaginabili.
è è il 25 mattina è sono già a lavoro anche se non so esattamente cosa devo fare oggi... in questi giorni mi riesce un po' difficile stare al passo con il lavoro, senza qualcuno da affiancare procedo un po' a caso.
ieri sera sono andata a vedere un film a casa di uno spagnolo sempre con gli amici di alberto. due spagnoli due italiani e tre angolani. un bel mix. ma soprattutto una casa bellissima. bella, bianca, pulita, senza scarafaggi, una cucina con ogni comfort e la dispensa piena.
tutto bianco che dava luminosità. quasi quasi mi è venuta voglia di dipingere i mobiletti della cucina che qui sono marrone scuro, chissà se è possibile...
[olè olè la cacca è tornata normale!]

3 commenti:

fenn ha detto...

ciao robì....sto leggendo il blog, è molto bello, mi dà molto da pensare...

un bacio
fennnnnnnnnnnnnnnnnn

micro ha detto...

...wandering by lone sea-breakers,
and sitting by desolate streams...

(WATMM)

Unknown ha detto...

Pinga, pinga... A leggerti sento ancora di più la distanza che ci divide... Sto già pensando alla copertina del libro che pubblicheremo con i tuoi racconti sull'Angola...

baciurfi.
ciurki