mercoledì 20 giugno 2007

e con questo sono a pari con i giorni...

quarta feira 20 de Junho 2007
oggi mille cose da raccontare, prima di tutto che questo pc non collabora assoltamente, per ora non mi fa scrivere con word, quindi mi accontenterò del word pad che fa un po' vecchia macchina da scrivere.
ieri nuova avventura, decido di prendermi una mezzagiornata di ferie per andare con gli altri al mare. anche perchè ho la sensazione che dopo ci dovrò andare da sola.
non riesco ancora a inquadrare bene gli inquilini, soprattutto l'invasione degli zii di Alberto. Non mi sento ambientata in casa anche perchè praticamente ci ho solo dormito. Quella stanza non mi piace assolutamente, per cui penso che mi trasferirò su, anche se giù è più protetto. le valigie sono ancora chiuse e piene.... boh questi giorni da sola mi faranno sicuramente bene.
il mare.... dopo le solite ore nel traffico in code bloccate chilometriche si arriva alla spiaggia, dove un gruppetto ti circonda parlando animatamente. pensavo fossero i parcheggiatori... in realtà erano gli scafisti.
già, perchè la spiaggia dove si va è su una penisola che assomiglia di più a un'isola, ragiungibile con una decina di minuti di mare su queste imbarcazioni di vario tipo. barchette a motore, ma tutte in diverso stato. si contratta, il weekend in genere si pagano 500 kwanza a tratta a testa, siamo in mezzo alla settimana, si riesce a pagarne 200. così saliamo sul barchino, ci danno i salvagenti, loro sono in tre (ragazzini, non saprei definire l'età ma credo molto giovani) e siamo stati fortunati, la barca è in ottime condizioni. do uno sguardo su quella di fianco e c'è un esserino carbone minuscolo che con una latta svuota il fondo della barca.... direi che siamo stati fortunati...
così mette in moto, e via alla massima velocità verso l'altra sponda. osservo che piano piano sto perdendo quello sguardo timoroso secondo il quale mi sembravano tutti una minaccia, c'è sempre una sorta di imbarazzo a incrociarsi con lo sguardo, non si capisce chi scruta chi...
arriviamo al molo prescelto, ci scaricano e ci lasciano il numero di telefono per farci venire a riprendere.
palme, arbusti, alberi di mango, palme da cocco, terra rossa.... dicono che la sponda sull'atlantico di questa lingua di terra sia molto più bella. così iniziamo a camminare, karina è la nostra guida, come un apache guarda l'orizzonte e sa esattamente dove deve andare. vuole evitare di passare nelle case, perchè effettivamente ci son delle costruzioni ogni tanto, quattro pareti in mattoni e un tetto. bimbi scalzi che corrono e giocano. galline, capre e maialini neri che scorrazzano in giro. mi dice che questa gente ha dei negozi, dove vendono di tutto, sia tra loro che alle persone che vengono al mare nel weekend. mi chiedo come sia possibile.
si vedono anche operai che costruiscono dei bugalow che fanno pensare ai classici resort africani, e così già immagini cosa diventerà questo paradiso incontaminato.
camminando camminando arriviamo alla famosa spiaggia. bianca con delle tettoie di legno che fanno da ombrellone. l'orizzonte è talmente vasto che non so neanche come fotografare questo scenario.
l'oceano non è così freddo come credevo e mi faccio un tuffo, però sono ancora stranita, e non mi va di godermi il mare come se fossi a rimini. osservo, cerco di chiacchierare con karina, sono curiosa, avrei milioni di domande da farle ma un po' mi sento impedita con il portoghese un po' non vorrei risultare invadente allora sto lì, come un cactus.
non c'è nessuno nel raggio di km di spiaggia. ogni tanto passano dei ragazzi a piedi. e poi appare lui. un bimbo. pantaloncini e infradito. una maglietta in mano. una catena al collo e un braccialetto di metallo trovato chissà dove.
fermo in piedi lontano, mi guarda ma non si avvicina e così per un po'.
ogni tanto azzarda un passo, e riduce le distanze. finge di raccogliere sassolini ma spia ogni tanto. vorrei fargli una foto ma la macchina fotografica lo intimidisce ancora di più.
un passo dopo l'altro me lo trovo a un metro. e così alberto lo coinvolge in un partita a pallone, la palla sembra grande quanto lui. corre, si rotola, placca la palla e si insabbia tutto. ma n
on si fa il bagno. sembra una cotolettina di vitello impanata.
poi gli offriamo due biscotti e lui si siede lì davanti a noi mangiando biscotto e sabbia. denilson. 3 anni. in giro da solo sulla spiaggia senza alcuna paura.



è strano, mi passa la voglia di fargli una foto, lo tratto quasi con riverenza. come se ogni mio gesto possa avere un significato totalmente diverso da quello che vorrei avesse.
poi gli tolgo un po' di sabbia di dosso anche se quei riccetti che ha in testa ne hanno incastonata talmente tanta....
si accorge di aver perso la collana, ma non si preoccupa più di tanto. do uno sguardo in giro e gliela ritrovo, mi dice sommessamente "obrigada".... poi gli vogliono fare delle foto, a me quasi urtano. questa sorta di turismo della povertà.... mi sento come se volessi difenderlo da chissà che cosa.....
ma si imbroncia e quando gli dicono che se sorride la foto viene più bella, beh lui si mette a ridere e diventa lo spettacolo più bello del mondo.....
sto delirando.....
e così passano le ore e ci rincamminamo per tornare al molo di attracco della barca, ci stanno aspettando, troviamo un frutto il cui nocciolo pare sia una sorta di anestetico, vediamo ancora maialini, bimbi che si rincorrono.... tutto questo in un ambiente deserto, una persona ogni quarto d'ora...
mentre scrivo c'è Julia la ragazza che fa le pulizie che passa lo straccio.... senza scopettone, piegata esattamente in due lo passa a mano. ma scopro che non vuole usare lo scopettone, dice che viene più pulito così...
al ritorno dal mare faccio la prima spesa, in un supermercato nel quartiere Combatentes. Pare ci sia tutto, scarafaggi compresi. Certo i prezzi non sono da trascurare.. faccio una spesa strana, 2 acque, 4 litri di latte, cornflakes, biscottini, cracker, 12 uova = 16 euro sarà tanto?
ma continuo a non avere quella sensazione di libertà e di mio che vorrei.
ripensavo ai racconti di karina. sono 22 figli dello stesso padre e di madri diverse, di cui credo 8 di stessa madre. lei vive con una sorella in una "casa" ovviamente senza acqua.... sveglia al mattino, tanica da 25 litri da portare a casa e così tutti i giorni.
ok forse è il caso che faccio finta di lavorare, leggere, insomma iniziare a capire cosa sono venuta a fare qui..
dopo pranzo..
buono il riso con le verdure... ancora non riesco ad abituarmi a una persona che mi cucina lava e stira... c'è un sole fuori che quasi vado a finire di leggere su in terrazzo, anche perchè qui pare una catacomba, con tanto di luce accesa!

1 commento:

Unknown ha detto...

vorrei vedere i maialini! e il bimbo...
ma la funja di mais non te l'hanno ancora preparata?